Anna Maria Battista - Pro-memorie
A cura di: Loredana Rea
Negli oggetti foto-scultorei in cera di Anna Maria Battista sono celati ricordi, emozioni, sensazioni che affiorano nella fotografia intesa come occasione preziosa per bloccare il flusso temporale e per affermare il senso del personale dasein, l’heideggeriano esser-ci. Dalle forme del reale nascoste dagli strati cerosi, dalle figure appena visibili nelle riproduzioni fotografiche, dalle impronte corporee bloccate nella materia morbida e trasparente, affiora la lenta e progressiva costruzione di una narrazione autobiografica che è necessaria ricerca di sé. Spazio aperto 2010
Dal 30 novembre al 17 dicembre
Dal 30 novembre al 17 dicembre
Anna Maria Battista
Pro - memorie
Pro - memorie
“Non c’è mai stata separazione
tra il mio lavoro e la mia vita.”
(Marisa Merz)
tra il mio lavoro e la mia vita.”
(Marisa Merz)
Lo spazio dell’arte come spazio per sé. La misura estetica dell’opera come dimensione del proprio corpo fisico e mentale. Per Anna Maria Battista la relazione con l’arte si pone come relazione esistenziale, luogo di riflessione e di ricerca, di progettazione e di sperimentazione, ma anche luogo della vita, del racconto privato, dell’esperienza sensoriale.
In questo ultimo decennio, il panorama artistico – in connessione con il clima culturale globale – ci ha proposto la valorizzazione delle microstorie del quotidiano, delle dimensioni dei legami tra gli individui, del rapporto percettivo attivo con l’ambiente sia naturale che culturale. Ma anche politico e morale, etico e sociale. L’artista ri-fa il mondo, e nel rifarlo parte da sé, da quello che ‘sa’, da quello che ‘sente’.
Allo stesso modo, Battista insegue lo scambio comunicativo con l’alterità, in un rapporto dove è centrale il corpo, privilegiata forma incarnata del tempo, essenza della storia personale, specchio dell’appartenenza comune.
Così la realtà interiore, unica e irripetibile, riversata nell’opera, si propone allo sguardo dell’osservatore come realtà collettiva, dove la memoria del passato può divenire pro-memoria per il futuro.
Difatti, negli oggetti foto-scultorei in cera di Anna Maria Battista sono celati ricordi, emozioni, sensazioni che affiorano nella fotografia intesa come occasione preziosa per bloccare il flusso temporale e per affermare il senso del personale dasein, l’heideggeriano esser-ci. Dalle forme del reale nascoste dagli strati cerosi, dalle figure appena visibili nelle riproduzioni fotografiche, dalle impronte corporee bloccate nella materia trasparente, affiora la lenta e progressiva costruzione di una narrazione autobiografica che è necessaria ricerca di sé.
Le opere, composte da singoli blocchi-tavolette di cera, sono spesso unite in dittici, trittici, o complesse installazioni con pezzi retro-illuminati. Qui, riposte nelle foto ricoperte dalle gocciolature e dalle pieghe della cera, ritroviamo la cura del dettaglio emozionale, il recupero delle corrispondenze vitali, la riscoperta dell’incontro costruttivo con il mondo. Nelle sagome oggettuali e corporee, nei volti e negli sguardi (come nell’installazione composta da cinque dittici intitolata “Sensi” o come della complessa installazione spiraliforme “Pro-memorie”), nei panorami (opere retro-illuminate “Natura” e “Mare”), nelle ambientazioni e nelle scritture (dittici o trittici della serie “Segno-Sogno-Scrittura”), scopriamo la contestualizzazione del personale punto di vista, affidato ad una percezione sensoriale sempre mutevole.
Alla modellazione con la calda e morbida materia cerosa e all’uso disincantato dell’obiettivo fotografico, l’autrice affida il proprio articolato e tenace percorso di ricerca espressiva fondato sull’equilibrio dinamico di tecniche e linguaggi della tradizione e della sperimentazione. In tal maniera, coniugando tempo del presente e tempo del passato, Anna Maria Battista riesce ad ancorarsi perfettamente ai territori espressivi della contemporaneità, pronta a proiettarsi nel personale, futuro percorso artistico.
Maria Vinella
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