VIRGINIA FAGINI: Tra i neri intermittenze luminose
A cura di: Ivana DìAgostino
La mostra di Virginia Fagini presso lo Studio Arte Fuori Centro espone una serie di carte inedite dell’artista realizzate secondo la sua consueta logica progettuale di organizzazione di segni gestualmente impostati attorno ad un motivo dominante, capace di correlarli tutti. E’, il suo, un rapporto che si stabilisce tra armonia e dissonanza, tra rigore progettuale e apparente irrazionalità, là dove la luce certamente dichiara il suo ruolo primario filtrando dal fitto di segni, che da più densi si fanno sempre più trasparenti. Le otto grandi carte della Fagini, infatti, malgrado siano giocate sulla dominante di un unico colore, il nero, attraverso la sua diluzione e il sovrapporsi calibrato delle trame gestuali, sottolineano l’importanza della luce, in queste carte filtrata da squarci intermittenti di ben studiata luminosità effusiva.
La modularità reiterata del formato delle grandi carte sottolinea in tutte il ruolo primario della trasparenza, del vedere, intravedere la luce attraverso squarci, allentamenti delle trame pittorico-gestuali, attraverso un sistema di segni correlati tra loro armonicamente. Questo sistema raggiunge comunque il suo equilibrio perfetto, la sua armonia compositiva, e non solo, anche attraverso l’inserimento di gesti dissonanti, come se fossero note acute capaci di riorganizzare dinamicamente i segni della Fagini. Il segno-gesto di Virginia, tuttavia, per citare significativi esempi che la precedono, direi che poco abbia in comune con il gestualismo materico pollockiano, così fortemente drammatico e di ascendenza aborigena.
Direi, se mai, per una simile esperienza tutta europea, che più si avvicini all’astrazione di un Hartung, con il quale condivide la passione per lo splendore e la profondità dei neri, e per il segno-gesto, capace di esternare la sua massima capacità espressiva in ragione della massima energia trasmessa a quel gesto. La sperimentazione sul segno realizzata attraverso la riduzione progressiva del linguaggio espressivo alla sua essenzialità primaria, attraverso l’estrema sintesi del pensiero ottenuta con la sottrazione e rarefazione dei codici linguistici, è quanto si coglie nelle opere della Fagini, che dagli anni ’70 orienta con rigorosa coerenza la propria ricerca sul segno, nell’ultimo decennio stabilizzatasi in modalità espressive coerenti alle carte presenti in questa mostra.