IRENE CATANIA - TIZIANA CONTINO: In Depth
A cura di: Loredana Rea
Fotografia e video sono i mezzi di Irene Catania e Tiziana Contino. Introspezione, autoanalisi, scandaglio del proprio vissuto e del proprio comportamento, come indagine del profondo ma anche come messa a fuoco di condizioni temporanee, quali frame di esperienze evolutive sempre provvisorie, i temi.
Le ricerche delle due giovani artiste catanesi risultano strettamente connesse, consequenziali e complementari, dal momento che la prima sembra andare in profondità e soffermarsi su una materia oscura che la seconda pare risolvere in una reale, fluttuante e disincantata presa di coscienza.
Con le sue due articolazioni, In Depth si pone quindi come il progetto breve di un'inquietante ma necessaria osservazione del sé (Catania) che diviene possibile indicazione esistenziale attraverso le riflessioni sul tema della trasformazione (Contino). Progetto che, nonostante la forte seduttività delle fotografie in bianco e nero di Catania ottenute con elaborazioni digitali, e l'insinuante, sottile qualità comunicativa dei video di Contino, e relativi frame, – di cui peraltro Tiziana è anche autore delle musiche – non mostra mai punti di cedimento o fini a se stessi.
L'autoritratto è per Irene Catania l'occasione di un'ironica e suggestiva messa in scena di sé, con l'unico scopo di parlare della personale, tumultuosa sfera onirica. In quanto identificazione con un conflittuato macrocosmo, Irene attiva un'autentica autoterapia psicanalitica, allo scopo di 'giocare' i mali, e non tacerli. "Il mio lavoro fotografico – dice – riguarda il disagio psicologico così diffuso nella società attuale; si tratta anche del mio disagio (…); questo lavoro tenta di stabilire una corrispondenza tra le espressioni del viso e del corpo e i punti dolorosi della mente (…); nella vastità del proprio passato si trovano elementi chiarificatori. Questo spazio racconta di sentimenti, di paura, di infinito, di pericolo, di pena (…); apro un varco perché con un click sia possibile la salvezza".
Se 'giocare' la pena del mondo parlando è l'ipotesi di Irene Catania, Tiziana Contino 'metaforizza' il problema affidando alla figura del transgender il ruolo chiave per una riflessione sul tema della mutazione, della durata, e quindi della relatività delle cose.
Diverse, acquatiche e a colori, le profondità, in questo caso. Plastic Waters #01 e Plastic Waters #03 – Skin Over sono i video presentati. Rifacendosi a quanto Helena Velena indicava negli anni '90,* Tiziana introduce il suo lavoro fotografico come ricognizione all'interno del mondo interiore, non della personalità. "Ogni individuo – dichiara – è ed esprime un essere in continuo divenire; io pongo l'attenzione su questo 'momento di transito', sul cambiamento e la sua possibilità di attuarsi in modi radicali all'interno dell'individuo. Essere un transgender non significa essere necessariamente un transessuale, ma riuscire a transitare all'interno di esperienze non necessariamente definibili e classificabili. La mia ricerca individua l'esigenza di trasformazione e passaggio continuo. Molti dei miei lavori fotografici sono parte di progetti video in cui descrivo queste esperienze di transito".
* "Il transgenderismo è una visione del continuum comportamentale che esiste tra le due polarità: quella dello spettro infinito di possibilità che si presentano 'transitando' da un punto all'altro. Il transgenderismo legittima quindi l'esistenza dell'infinità possibile di momenti di 'identità'."
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