Libro e Segnalibri
Lo Studio Gennai propone allo Studio Arte Fuori Centro una selezione di opere dalla mostra Libro e Segnalibri, con il lavoro di 31 artisti, come omaggio alle prime due esposizioni di libri-oggetto e libri d’artista a cui partecipò Delio Gennai nel Dicembre 1992 alla galleria Unimedia di Genova, su invito di Caterina Gualco (“LIBRI E SEGNALIBRI”), e nell’Aprile 1993 al Museo dell'Informazione di Senigallia, con il testo di Mirella Bentivoglio, (“LIBRO E SEGNALIBRO”).
Gli artisti partecipanti sono: Paolo Albani, Fernando Andolcetti, Gianni Bertini, Giancarlo Bertoncini, Sergio Borrini, CCH, Luciano Caruso, Bruno Cassaglia, Cosimo Cimino, Mario Commone, Gian Luca Cupisti, Anita D'Orazio, Felice Galli, Delio Gennai, Elisabetta Gut, Alessio Larocchi, Alfonso Lentini, Dario Longo, Marcantonio Lunardi, Nadia Nava, Mauro Manfredi, Paolo Marchi, Beatrice Meoni, Sabrina Mezzaqui, Francesco Moretti, Giancarlo Pavanello, Clara Rota, Danilo Sergiampietri, Lorena Sireno, Renato Spagnoli, Giacomo Verde.
“In inglese si chiamano bookworks, libri-opera. Nei paesi di lingua latina si suddividono tra libri d'artista e libri oggetto, con un più forte accento sulla atipicità nel secondo caso. La terminologia in questo campo è ancora approssimativa e mista, ma forse non sarà inutile ripetere che il libro d'artista è un libro regolare con un contenuto irregolare, mentre il libro-oggetto è un libro irregolare.
Con tutti questi più o meno avanzati translibri è vinta la separazione tra testo e immagine. E l'immagine è anche linguaggio, appunto perché affidata al luogo del linguaggio; perché immessa, al di fuori di ogni ruolo subordinato, illustrativo, nella sede istituzionale della comunicazione linguistica.
Dunque, con il libro d'artista e il libro-oggetto, il problema del logorio visivo dell'immagine è risolto. L'immagine si offre solo quando è desiderata. Non s'impone; richiede l'apertura del libro.
Crolla la funzione decorativa del messaggio visivo (e a volontà resta: aperto su un piano, il libro è sempre un oggetto captante)...
E il segnalibro? E' la delega del fruitore e il suo appuntamento. Dice: “torno, aspettami”. E' il protagonista oggettuale dello spazio libresco...” (Mirella Bentivoglio, “LIBRO E SEGNALIBRO”, Museo dell'Informazione di Senigallia, 1993) .