Nazareno Luciani "Il sogno informale"
A cura di: Stefano Verri
La prima cosa che colpisce nell'osservare un dipinto è sicuramente la sua proprietà mimetica, la sua capacità intrinseca di ricordare alla nostra mente forme conosciute. Allo stesso modo un dipinto diventa, indubbiamente, il luogo in cui un artista esprime attraverso la creatività del gesto il carico di ricordi, sentimenti e sensazioni insiti nella propria anima. Spesso però le pressioni interne non si lasciano assoggettare facilmente dalle briglie della mimesi e sconfinando nella pura immaginazione diventano poesia di forme e colori. L'irruenza della gestualità rappresenta quindi la cifra inconfondibile dell'urgenza espressiva che porta all'informale. Nazareno Luciani segue da anni questo filone con notevole varietà di tecniche e temi, una sperimentazione che lo fa passare dall'utilizzo di materiali di recupero, alla composizione di splendide casse vitree piene di foglie e petali, fino all'attuale pittura. Una pittura in cui annulla totalmente la rappresentazione mimetica, lasciando il campo alla totale libertà. Lo spazio fisico del quadro diventa l'unico confine per la materia pittorica che si spande sulla superficie in gesti ampi e veloci. Il dipinto diventa quindi il prodotto fenomenico di una rappresentazione mentale, dove si esplicitano sogni e visioni. Il quadro diventa una dimensione a parte in cui la visione dell'artista viene mediata e dominata da un presenza immaginaria. Oho rappresenta quindi quell'intimo filtro inibitore che sottende alla rappresentazione che prendendo la forma della testa di un lupo percorre le tele con ritmo incalzante.Categorie
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